V DOMENICA di Quaresima: DI LAZZARO


Dai «Trattati sul vangelo di Giovanni» di sant’Agostino, vescovo
(Tract. 49, 1. 2. 3: CCL XXXVI, 419-421)
Risuscita Lazzaro colui che ha creato l’uomo

Fra tutti i miracoli compiuti da nostro Signore Gesù Cristo, quello della risurrezione di Lazzaro è forse il più strepitoso. Ma se consideriamo chi è colui che lo ha compiuto, la nostra gioia dovrà essere ancora più grande della meraviglia. Risuscitò un uomo colui che fece l’uomo; egli infatti è l’Unigenito del Padre, per mezzo del quale, come sapete, furono fatte tutte le cose. Ora, se per mezzo di lui furon fatte tutte le cose, fa meraviglia che per mezzo di lui sia risuscitato uno, quando ogni giorno tanti nascono per mezzo di lui? È cosa più grande creare gli uomini che risuscitarli.
Tuttavia egli si degno creare e risuscitare: creare tutti e risuscitarne alcuni. Infatti, benché il Signore Gesù abbia compiuto molte cose, non tutte sono state scritte; lo stesso san Giovanni evangelista afferma che Cristo Signore disse e fece molte cose che non furono scritte; ma furono scelte quelle che si ritenevano sufficienti per la salvezza dei credenti.
Tu hai udito che il Signore Gesù risuscitò un morto: ciò ti basti per convincerti che, se avesse voluto, avrebbe potuto risuscitare tutti i morti. Del resto si è riservato di far questo alla fine del mondo; poiché «verrà l’ora in cui tutti quelli che sono nei sepolcri, udranno la sua voce e ne usciranno»; così dice colui che, come avete sentito, con un grande miracolo risuscitò uno che era morto da quattro giorni. Egli risuscitò un morto in decomposizione; ma benché in tale stato, quel cadavere conservava ancora la forma delle membra. Nell’ultimo giorno, ad un cenno, ricostituirà il corpo dalle ceneri.
Ma bisognava che intanto compisse alcune cose, che a noi servissero come segni della sua potenza per credere in lui e prepararci a quella risurrezione che sarà per la vita, non per il giudizio. È in questo senso che egli ha detto: «Verrà l’ora in cui tutti quelli che sono nei sepolcri, udranno la sua voce e ne usciranno, quelli che hanno agito bene per la risurrezione della vita, quelli che hanno agito male per la risurrezione del giudizio» (Gv 5, 28-29).
Apprendiamo dal vangelo che tre sono i morti risuscitati dal Signore, e ciò non senza un significato. Sì, perché le opere del Signore non sono soltanto dei fatti, ma anche dei segni.
Risuscitò la figlia del capo della sinagoga, che si trovava ancora in casa, risuscitò il giovane figlio della vedova, che era già stato portato fuori della città, risuscitò Lazzaro, che era stato sepolto da quattro giorni.
Esamini ciascuno la sua anima: se pecca muore, giacché il peccato è la morte dell’anima. A volte si pecca solo col pensiero: ti sei compiaciuto di ciò che è male, hai acconsentito, hai peccato, il consenso ti ha ucciso; però la morte è solo dentro di te, perché il cattivo pensiero non si è ancora tradotto in azione. Il Signore, per indicare che egli risuscita tal sorta di anime, risuscitò quella fanciulla che ancora non era stata portata fuori; ma giaceva morta in casa, a significare il peccato occulto.
Se però non soltanto hai ceduto col pensiero al male, ma lo hai anche tradotto in opere, è come se il morto fosse uscito dalla porta; ormai sei fuori, e sei un morto portato alla sepoltura. Il Signore tuttavia risuscitò anche quel giovane e lo restituì a sua madre vedova. Se hai peccato, pentiti! e il Signore ti risusciterà e ti restituirà alla Chiesa, che è la tua madre.
Il terzo morto è Lazzaro.
 Siamo di fronte al caso più grave, che è l’abitudine perversa. Una cosa infatti è peccare, un’altra è contrarre l’abitudine al peccato. Chi pecca, ma subito si emenda, subito riprende a vivere; perché non è ancora prigioniero dell’abitudine, non è ancora sepolto. Chi invece pecca abitualmente, è già sepolto, e ben si può dire che «già mette fetore», nel senso che la cattiva fama che si è fatta comincia a diffondersi come un pestifero odore. Così sono coloro che ormai sono abituati a tutto e rotti ad ogni scelleratezza. Inutile dire a uno di costoro: non fare così!
Come fa a sentirti chi è come sepolto sotto terra, corrotto, oppresso dal peso dell’abitudine? Né tuttavia la potenza di Cristo è incapace di risuscitare anche uno ridotto così.

Abbiamo visto e conosciamo molti di questi peccatori: nessuno disperi, nessuno presuma di sé. È male disperare, ed è male presumere di sé. Non disperare e scegli dove poter collocare la tua speranza.

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